Dec 7, 2014

Pagine personali per docenti universitari

I siti delle università, sono in controtendenza.
Con uno sviluppo delle tecnologie Internet sempre più rapido, appaiono invece sempre più obsoleti, forse per la drastica riduzione di risorse nel settore pubblico italiano e per il numero di adempimenti burocratici richiesti al singolo docente o, più probabilmente, per una cultura informatica italiana ancora primitiva.

Fortunatamente, il concetto di pagina personale non è più quello di 10 anni fa.

Ogni docente universitario, per la sua attività pubblica, anche senza fare niente, ha già un certo numero di pagine personali.

Alcuni esempi, in ambito prettamente accademico:
Un altro ambito è quello dei social network, come:
Nei quali non sono necessarie conoscenze informatiche per sviluppare la propria pagina personale.

In molti casi è preferibile potenziare una delle pagine esistenti tra quelle su indicate o, meglio, mantenerne aggiornate più di una, invece che crearne una ex-novo, non sincronizzata e perennemente in costruzione.

Un'alternativa è creare un blog, come questo, che è più semplice da gestire rispetto ad un sito formale.
Ad esempio, blogger.com ha il vantaggio che è possibile creare post (e quindi aggiornamenti e avvisi) raccolti in ordine cronologico, semplicemente mandando una email.
Esistono poi piattaforme elearn o learning management system, dove creare corsi come
da me trattati qui.

Tra gli strumenti per creare una propria pagina, in uno spazio messo a disposizione dai servizi informatici di ateneo:
  • scrittura diretta in html
  • utilizzo di WinWord e altri editor per creare codice html
  • Google Sites incluso in Google Apps, per le istituzioni che lo prevedono (come il mio dipartimento)
Esistono poi content management systems, che permettono migliore gestione grafica e di numerosi contenuti a danno della semplicità, quali:
  • Joomla
  • Wordpress
  • Matrioska ecc.
Un'ultima raccomandazione, è necessario preservare le tracce precedenti, mai cancellare o spostare vecchi siti o pagine!
Una pagina in rete, nel tempo, specialmente su domini qualificati come quelli universitari, diventa raggiungibile da molti siti (in gergo, viene linkata), pertanto eliminare tali contenuti porterebbe a collegamenti interrotti che oltre a creare un disservizio, rappresentano una perdita di immagine.
L'università di Pisa ha il caso dell'anagrafe della ricerca, un'iniziativa durata un decennio fino al 2012 e poi cancellata con un colpo di spugna.
Si pensi allo sforzo delle migliaia di docenti che hanno caricato tutte le loro pubblicazioni e molti articoli full-text, raggiungibili da database in tutto il mondo e poi spariti.

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